La capitana del CUS Padova basket in carrozzina spopola su tutte le emittenti nazionali: «Un’esperienza unica che mi auguro porti alla ribalta l’importanza dello sport paralimpico».
Star sul parquet ma anche star sul piccolo schermo. L’atleta paralimpica Chiara Coltri, capitana del CUS Padova basket in carrozzina e anche della Nazionale italiana femminile, è la protagonista di uno spot pubblicitario che sta spopolando in questi giorni su tutte le principali emittenti italiane. La campagna, ideata da un noto gestore telefonico, punta a raccontare il coraggio di combattere i luoghi comuni. Nel caso di Chiara, si diceva che “per giocare a pallacanestro bisognasse saltare il alto” e invece...«E invece sono molto felice perché abbiamo lanciato un messaggio forte a un pubblico vasto», sorride la capitana. «Mi è piaciuto il fatto che gli autori abbiano concordato assieme a noi atleti lo slogan da diffondere e mi auguro che possa servire nel portare alla ribalta l’importanza sociale dello sport paralimpico». A tal proposito, tra incarichi istituzionali, video e campagne pubblicitarie, Chiara sta diventando sempre più una delle ambasciatrici principali del movimento paralimpico italiano: «Vedermi catapultata in televisione più volte al giorno mi ha fatto un effetto strano, ma non mi monto certo la testa. Non ambisco a diventare una diva, mi interessa solo dare una mano allo sport paralimpico e alla splendida disciplina che pratico, il basket in carrozzina. I primi riscontri sono stati ottimi, il giorno in cui è uscito lo spot sono stata bombardata di messaggi. Mi ha scritto il medico che mi operò 10 anni fa, i miei insegnanti del liceo, è una bella soddisfazione».
Com’è recitare, anche se solo una breve parte? «L’esperienza sul set è stata davvero figa. Ci abbiamo messo una giornata intera, la mattina ci siamo dedicati alle interviste, il pomeriggio a girare la scena. Mi ha colpito tantissimo l’allestimento della scenografia e sono felice di aver conosciuto tanti professionisti di alto livello». L’impegno di Chiara non si ferma certo qui. «Negli ultimi anni i riflettori sullo sport paralimpico sono aumentati ma c’è ancora molta strada da fare. Il nostro compito deve essere quello di spronare le persone disabili a intraprendere una disciplina sportiva. Perché quando iniziano poi non smettono più. A tal proposito io porto sempre il mio esempio: mi è bastato il primo giorno in palestra al CUS per innamorarmi follemente di questo mondo».
Nella foto di Giovanni De Sandre, Chiara Coltri in divisa CUS
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