La 22enne atleta paralimpica ha incontrato a Palazzo del Bo la rettrice Daniela Mapelli. Il prossimo 2 settembre sarà in gara a Parigi nel paratriathlon.
Francesca Tarantello, 22 anni, atleta paralimpica padovana che vanta molti successi a livello mondiale, ha incontrato oggi a Palazzo del Bo la rettrice Daniela Mapelli. Francesca è studentessa di biologia molecolare all’Università di Padova e ha ottenuto il pass per partecipare il 2 settembre 2024 alle Paralimpiadi nel paratriathlon grazie ai risultati degli ultimi due anni che l’hanno posta tra le prime 10 atlete al mondo che vengono selezionate per partecipare ai Giochi Paralimpici. Francesca è ipovedente dalla nascita ma per sua stessa ammissione non ha mai considerato la sua visione limitata come una vera e propria disabilità o un ostacolo: pratica nuoto dai 6 anni, praticandolo in maniera agonistica dai 12 anni; a 20 anni si avvicina al Triathlon (nuoto/bici/corsa) e, da passione, diventa un lavoro.
«Un incontro emozionante, nel quale ho potuto fare di persona i complimenti a Francesca Tarantello, e non solo per gli straordinari risultati sportivi», afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova. «Francesca è una studentessa-atleta con una grandissima forza d’animo che sta conciliando, al meglio, il suo percorso universitario con i momenti di studio. Da anni l’ateneo è attento a promuovere e facilitare la doppia carriera: al momento abbiamo 116 studentesse o studenti atleti. Sono molto felice delle belle parole che Francesca ha speso sul nostro ateneo: spero che nei prossimi anni, compatibilmente ai suoi impegni da atleta che la tengono molto occupata, possa godersi ancor più la vita universitaria e la città di Padova che, come lei ha ben detto, è una città molto giovane, a misura di studentessa e studente. Le auguro anche di poter realizzare uno dei suoi sogni, ovvero dare, attraverso il suo percorso accademico, un contributo alla ricerca sulle malattie rare».
«Il mio “limite visivo” mi ha dato una specie di forza interiore in più, la voglia di voler dimostrare di essere all’altezza, di riuscire a farcela, la voglia di “riscatto”, la voglia di vivere pienamente», spiega Francesca Tarantello. «La mia giornata è scandita dagli allenamenti (2/3 sessioni al giorno), tra cui si interpone lo studio. L’anno scorso mi alzavo al mattino molto presto per svolgere il primo allenamento, poi andavo in Università per le lezioni e frequentavo gli eventuali laboratori nel pomeriggio, per poi svolgere la sera il secondo e il terzo allenamento. Tempi sempre molto stretti che richiedono grande concentrazione e impegno. Alla sera poi crollavo. Quest’anno, in quanto anno olimpico, l’Università mi è agevolato per consentirmi di gestire al meglio lo studio con le varie sessioni di allenamento durante la giornata. Oltre a ciò, sono stata selezionata per una borsa di studio prevista dall’Ateneo per sostenere la doppia carriera. Sono molto soddisfatta del percorso che sto facendo: sia a livello sportivo, di studi e anche personale. Il dover gestire la carriera Universitaria, lo sport, pianificare le giornate, gli esami mi ha fatto crescere, maturare e mi ha molto responsabilizzata».
«Qualche rimpianto? Si, purtroppo a causa dei miei numerosi impegni, non riesco a vivere appieno la vita universitaria e mi mancano le relazioni strette in questo ambiente. Anche se di rado ho partecipato a qualche serata organizzata dagli studenti di Unipd e credo sia un’ambiente stupendo per stringere nuove amicizie, confrontarsi e divertirsi anche perché si sa, Padova è proprio una città giovane. Il percorso di studi per la Laurea in Biologia Molecolare è molto impegnativo tra lezioni e laboratori a frequenza obbligatoria, ma affascinante e sono veramente soddisfatta della mia scelta. Con le competenze e le conoscenze acquisite nel mio percorso accademico mi piacerebbe, in futuro, poter contribuire alla ricerca, alla diagnosi di malattie genetiche o alla scoperta di nuovi farmaci, nuove cure. Sarebbe fantastico poter dare un contributo alla scienza, aiutare chi è affetto da qualche patologia rara o malattia genetica e chissà, magari anche diagnosticare la mia stessa patologia di cui ancora non è stato identificato il gene responsabile».
Nella foto Francesca Tarantello tra il Prorettore Antonio Paoli e la Rettrice Daniela Mapelli
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